Babbo Natale incarna l'anima laica delle festività di Dicembre ed il presepe è il vero e proprio simbolo religioso delle feste dicembrine, mentre, Babbo Natale e l'albero rappresentano la dimensione consumistica del mese più bello dell'anno, ma questa contraqpposizione non rende giustizia all'origine religiosa di Babbo Natale ed infatti, non tutti sanno che dietro questa figura si nasconde un Santo, conosciuto e stimato sia dal mondo cattolico che dal mondo ortodosso, ovviamente stiamo parlando di San Nicola.
Il nome di San Nicola, deriva dal Greco: Niké (vittoria) e laòs (popolo), purtroppo sulla sua vita abbiamo poche testimonianze e forse è proprio questo il motivo per cui si è data alla sua figura un alone leggendario.
Le prime agiografie di San Nicola sono di poco precedenti all'anno Mille e in alcuni racconti si trovano delle leggende che sia i devoti che i marinai si tramandarono oralmente.
La vita
La data di nascita di San Nicola, non si conosce, ma alcuni studiosi la fanno risalire al 280-286, ma sono sicuramente più attendibili le fonti che indicano la nascita negli anni tra il 250 ed il 255.
Si narra che appena nato, San Nicola si fosse messo in piedi nel catino dove lo stavano lavando, giunse le mani e cominciò a pregare.
Nicola trascorre l'infanzia a Pàtara in una famiglia piuttosto agiata da cui ereditò una cospicua fortuna che donò poi ai poveri.
La leggenda lo descrive come un bambino incline alla spiritualità tanto che il mercoledì e il venerdì rifiutava il latte materno e da ragazzo rifiutava la vanità.
Divenne sacerdote di Myra nel 300 e secondo la leggenda il Signore apparve ad uno dei Vescovi riuniti chiedendogli di scegliere come futuro vescovo della città colui che per primo si fosse recato in chiesa all'alba per pregare e questo fu proprio San Nicola, mentre, secondo altre fonti San Nicola fu nominato Vescovo grazie al popolo, in quanto il popolo conosceva lo spirito caritatevole della sua generosità.
L'elezione a Vescovo avviene sotto il governo dell'Imperatore Diocleziano e questo era un periodo particolarmente duro per i cristiani che erano perseguitati in tutto l'Impero Romano e questa fase durò anche sotto il governo di Licinio tanto che Nicola fu imprigionato e mandato in esilio.
Il cristianesimo fu concesso solo con l'Imperatore Costantino il Grande e nel 313, San Nicola fu liberato e tornò a ricoprire il suo ruolo di Vescovo e si impegnò nella lotta alle eresie e all'idolatria, svolgendo un'attività pastorale caritatevole e sicuramente prese parte al Concilio di Nicea nel 325 e forse viaggiò verso Roma per andare dal Santo Padre..
San Nicola morì il 6 dicembre tra il 334 e il 352 e fu seppellito a Myra.
I miracoli
Alla figura di San Nicola sono legati molti miracoli e atti di carità e in molti di questi ricorre quasi sempre il numero 3 e l'anedetto più celebre è quello legato alle tre fanciulle che il padre, non avendo denaro per la dote aveva destinato alla prostituzione e cosi, San Nicola durante la notte, gettò tre sacchetti di monete d'oro.
Questo atto di beneficienza è noto in quanto fu narrato dal greco Michele Archimandrita e da Dante nel Canto XX del Purgatorio:
Esso parlava ancor de la larghezza
che fece Niccolò a le pulcelle,
per condurre ad onor lor giovinezza.
A tale atto di carità sono legati molti aneddoti , probabilmente nati dall'immaginario popolare e si narra che lanciò nella casa delle tre fanciulle tre sacchetti per tre notti e per due volte trovò la finestra aperta, mentre la terza notte dovette arrampicarsi sul tetto e fece scivolare i sacchetti attraverso il camino e al mattino le tre ragazze trovarono il tesoro all'interno delle calze appese ad asciugare, ma ovviamente si tratta di una leggenda nata per legittimare le somiglianze tra San Nicola e Babbo Natale.
Un altro miracolo è invece legato all'Imperatore Costantino a cui San Nicola si rivolse chiedendo la grazia per tre giovani ufficiali condannati a morte, ma più incredibile è il racconto dei tre giovani uccisi da un oste malvagio i cui corpi erano stati trasformati in carne di salamoia e secondo la leggenda i corpi rimasero sotto terra per tre anni e San Nicola capitò per caso in quell'osteria e nel momento in cui gli fu dato il piatto di carne in salamoia si fece il segno della croce e improvvisamente i tre ragazzi resuscitarono.
Dio Pagano o Santo?
C'è chi afferma che San Nicola non sia mai esistito e che la sua figura si deve a qualche Dio Pagano, anche perchè le associazioni tra i Santi e gli Dei Pagani erano frequenti nei primi anni del Cristianesimo e molte fonti associano la figura di San Nicola a quella del Dio Romano Nettuno o di Odino o al Dio greco Poseidone e proprio il legame con Poseidone sembra confermato dal fatto che molti templi dedicati a Poseidone poi furono intitolati a San Nicola.
L'iconografia
Nell'Iconografia popolare, la figura di San Nicola è soggetta a molte varianti e l'unica cosa che li accomuna e la veste vescovile con la Tiara, il mantello rosso, il pastorale ed un libro e ha quasi sempre tra le mani i tre sacchetti di monete, altre volte viene raffigurato con ai piedi i tre fanciulli resuscitati ed anche con il pane, l'àncora o la nave.
Le molte rappresentazioni pittoriche d'età medievale e rinascimentale lo vedono intendo a compiere miracoli e atti di carità ed i beneficiari sono quasi sempre bambini o giovani ed è proprio per questo che l'immaginario popolare lo ha identificato al santo benevolo nei confronti dei Bambini.
La storia dell'arte ha sempre raffigurato San Nicola, come la Pala Ansidei di Raffaello e l'opera risale al 1505 ed oggi è conservata al National Gallery di Londra e si trova la Madonna tra San Giovanni Battista e San Nicola con il pastorale nella mano e con ai piedi le tre borse di monete e il Vescovo è raffigurato con la fronte alta e lo sguardo pensoso e qui è senza barba.
Le prime figure della fisionomia di San Nicola si devono ai Tedeschi, basandosi su un'icona che il monaco Gregorio acquistò a Costantinopoli e il viso del Santo fu raffigurato come; lungo, serio e venerabile e se ne ebbe una verifica nel 1957 quando Luigi Martino effettuò una rivalutazione sulle riliquie descrivendo il volto come ascetico, nobile, con fronte alta, larga, spaziosa che possiamo anche definire luminosa, gli occhi grandi dolci ma allo stesso tempo severi
Comments