In un Venerdì di Dicembre Milano vive le ultime ore lavorative della settimana e alla Banca Nazionale dell'Agricoltura di Piazza Fontana la chiusura era stata posticipata di mezz'ora per via della borsa-mercato degli operatori dell'agricoltura.
Nell'edificio erano presenti circa 60 persone tra personale ed utenti, alcuni erano seduti attorno ad un tavolo posizionato al centro della tavola principale e proprio sotto questo tavolo, una mano assassina ha nascosto ha nascosto una borsa nera con dentro 7 chili di Gelignite che è un potente esplosivo utilizzato nelle cave ed un timer imposto sulle 16.37 e a questo orario uno boato sulla città e una pioggia di schegge investe decine di passanti.
Dentro la banca c'è l'inferno e al posto del tavolo si è aperta una voragine ed è un insieme confuso di marmi, vetri, documenti e corpi straziati e sul colpo muiono 12 persone a cui, nelle ore successive se ne aggiunsero altre 5 mentre i feriti sono 86.
Si pensa da subito ad un atto terroristico, ma questa ipotesi svanisce subito ma in meno di un'ora avvengono altre 4 esplosioni tra Milano e Roma, nel passaggio sotterraneo di Via Veneto, davanti l'altare della Patria e all'ingresso del Museo del Risorgimento.
Dietro a tutto questo c'è un progetto ben architettato che fino agli anni Ottanta farà precipitare il Paese in un clima di terrore e che verrà ricordato come una Strategia della tensione e si fa largo la pista anarchica e la notte successiva alla strage di Piazza Fontana gli investigatori arrestarono diversi esponenti anarchici milanesi, tra questi Giuseppe Pinelli che morì due giorni dopo precipitando dal quarto piano della Questura di Milano in circostanze che ancora oggi rimangono un mistero e si scatenò una violenta campagna stampa nei confronti del commissario Luigi Calabresi che venne assassinato nel 1972 dagli esponenti del movimento della Sinistra di Lotta Continua.
Ci sono voluti decenni di inchieste giudiziarie e giornalistiche e 7 processi, di cui l'ultimo si ebbe nel 2005 ma non si riuscì a trovare mandanti ed esecutori della strage di Piazza Fontana anche se emersero gruppi sovversivi dell'estrema destra che si prefissarono l'obiettivo di rendere permanente uno Stato di Polizia.
Dopo circa 10 anni sulla piazza milanese venne inaugurata una lapide commemorativa con i nomi delle 17 vittime.
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