Bella raga e bentornati in un nuovo appuntamento con le nostre Vibes. Ed eccoci qua 16 anni dopo la prima volta visto che Fabri Fibra riesuma un pezzo diventato immortale e iconico nel panorama hip pop italiano, stiamo parlando di In italia dove l'artista era accompagnato dalla voce Rock di Gianna Nannini, il pezzo era un manifesto dell'Italia dei tempi e una sorta di descrizione di tutto quello che l'Italia del 2008 presentava a partire dai campioni del mondo sino alla corruzione dei politici e al manifesto di Italia come paese delle mezze verità. Ma balziamo nel 2024 dove Fabri Fibra ripropone in italia2024 stavolta accompagnato da Emma e dalla rivelazione Baby gang.
Beh dal 2008 ad ora la situazione è sicuramente peggiorata. Il manifesto è sempre lo stesso, anzi si è fatto alcuni passi indietro riguardo i temi della traccia.
È pieno di magrebini in Italia, come?
Fascisti e razzisti al comando in Italia
Ti accendi una canna, puoi finire in una gabbia
Queste alcune barre di BabyGang il rapper Italo Marocchino che delinia come l'Italia sia diventata ormai una nazione multietnica e che ancora si hanno discriminazioni di livello razziale. La seconda barra è una denuncia all'arretratezza dello stato italiano dove ancora il consumo di droghe leggere è severamente vietato per legge, mentre in altri Paesi, come la Germania per ultima, il consumo di sostanze a scopo ricreativo sia stato legalizzato.
Scendi in strada con gli amici a festeggiare
Mani in alto o puoi finire come Cucchi
Queste sono due barre dove Fabri fibra denuncia gli abusi di potere delle forze armate in Italia, ovviamente non facciamo di tutta l'erba un fascio ma sono casi ed episodi che non si vorrebbero mai sentire come il caso di Stefano Cucchi, e mi viene in mente anche i fatti di Pisa, dove vengono manganellati giovani studenti che stavano pacificamente manifestando.
Beh ragazzi Fabri Fibra ha fatto uscire questo pezzo in un momento particolarmente delicato del nostro paese. Direi Azzeccato.
Grazie per la lettura raga, vi voglio bene, alla prossima.
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