Entrato nel mito come una del più straordinarie creazioni della letteratura, Sherlock Holmes possiede una capacità di osservazione, è freddo, logico e riservato nonché subito pronto ad entrare in azione, ama definirsi: "un cervello, tutto il resto è un'appendice".
Ancora oggi, questo longevo personaggio ispira molti saggi che lo trattano come una persona realmente esistita per non parlare di raccolte, documentari, serie tv e film e la pellicola più recente è di Guy Rithchie e quando il medico Conan Doyle occupava il tempo che i pazienti gli lasciavano scrivendo racconti polizieschi tutto poteva pensare tranne che creare un mito immortale.
Nelle sue memorie Doyle scrive: "Leggendo alcune cronache poliziesche fui colpito dal fatto che, quasi sempre i risultati erano raggiunti fortuitamente. Pensai di cimentarmi in una storia in cui il protagonista trattasse il crimine come il Dottor Bell trattava le malattie e in cui la scienza si sostituisce al caso, il risultato fu Sherlock Holmes".
Il dottor Bell di cui faceva riferimento Doyle si chiamava Joseph era un chirurgo e i suoi studenti lo vedevano come il detective della medicina, "faceva le diagnosi alle persone prima ancora che questi entrassero, non solo diceva a loro i sintomi che avevano, ma specificava persino alcuni dettagli del loro passato, raramente si sbagliava". e ci furono molti aspetti del medico che ispirarono Doyle, infatti, Joseph Bell fu consulente della polizia durante le indagini di vari crimini, proprio come il medico legale Henry Little-John.
Secondo alcuni studiosi, all'epoca degli omicidi di Jack Lo Squartatore nel 1888 sia Little John che Bell furono consultati dalla polizia di Londra ed entrambi esaminarono il fascicolo della polizia che restringeva il campo a 4 sospetti ed entrambi indicano lo stesso nome, ma quale fosse questo nome, nessuno lo sa, in quanto ad oggi le relazioni fatte dai due medici sono introvabili.
Il vero nome di Sherlock inizialmente doveva essere: Sherringford e Doyle stesso afferma che non sapeva come chiamarlo ed infatti, scrisse molti nome, ma la sua paura fu di andare nel banale e con il tempo, poi uscì Sherlock Holmes e per il nome, si ispirò quasi sicuramente ad un compagno di classe; Patrick Sherlock, ragazzo appassionato di recitazione, cosi come il suo personaggio che amava indagare assumendo identità fittizie.
Per quanto riguarda il cognome invece, è un omaggio allo scrittore e anatomista Oliver Wendell Holmes pioniere della medicina moderna che Doyle ammirava.
Memore di altri autori, Doyle voleva per il suo detective una spalla, in quanto Holmes non poteva da solo raccontare le sue avventure e quindi era necessario trovare un compagno , un uomo colto, un uomo che partecipava ai fatti e poi li raccontava, per questa spalla ci voleva secondo Doyle un nome comune, nasce in questo modo Watson, e tra l'altro, c'era un medico nell'Edimburgo che si chiamava Patrick Heron Watson, e questo può aver contribuito alla scelta di Doyle.
Negli appunti del primo romanzo di Sherlock Holmes del 1887 il protagonista si chiamava ancora Oliver Sacker, ma l'aspetto fisico era quello definitivo ispirato sempre a Joseph Bell, con uno sguardo penetrante e dita lunghe e nel momento in cui la rivista The Strand Magazine che pubblicava i racconti di Sherlock Holmes decise di illustrare le storie si ebbe un imprevisto che fece in modo che Holmes non venisse associato al personaggio di Joseph Bell ma a quello del disegnatore del tempo, cioè Walter Paget ed era proprio a lui che il direttore del magazine aveva pensato ma alla fine il compito fu affidato al fratello di Paget cioè Sydney Paget che scelse nuovamente il profilo di Walter come modello per il volto del detective, mentre la pipa, il cappellino da caccia e la mantella in tessuto sono tutte invenzioni di Hollywood, cosi come la celebre frase "Elementare Watson" che non compare in nessuno dei romanzi di Doyle.
Quando Doyle pubblicò la prima raccolta delle avventure di Holmes fece anche stampare un dedica: "Al dottor Joseph Bell" e nelle interviste dichiarò chi fu il primo ispiratore del detective e scrisse una lettera allo stesso Bell nel 1892 affermando che se Sherlock Holmes era nato era proprio grazie a lui e dal canto suo Bell sembrò gradire tale ammirazione dal suo ex studente che reputava un narratore nato, anche se tuttavia va detto che Bell non amava farsi pubblicità e anche quando aiutava la polizia voleva che il suo nome non comparisse mai e non fosse mai citato, ma il medico afferma poi che ciò che mancava era il rigore scientifico del medico.
In ogni lezione, Bell, cercava di far comprendere ai propri studenti quanto fosse importante osservare i dettagli nei pazienti e quando fosse fondamentale verificare ciò con un esame clinico ea differenza di Sherlock, il medico era consapevole dei rischi che ogni diagnosi fatta attraverso la deduzione logica poteva essere un rischio.
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